Lo sappiamo, ma è sempre bene ricordarlo: l’alimentazione nei primi mille giorni del bebè è fondamentale e condiziona vita e salute del futuro adulto. Ancora una volta l’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce l’importanza di una corretta nutrizione nei primi due anni di vita di un bambino, per il fatto che contribuisce a ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche.
In questo periodo, infatti, gli organi e la struttura del bambino sono particolarmente sensibili a stimoli e sollecitazioni precoci che possono pregiudicare lo sviluppo futuro e le condizioni di salute dell’adulto che verrà. In particolare la scelta e il ruolo del latte sono decisivi, sia per la crescita immediata, sia per il futuro benessere dell’individuo.
Come è noto un ruolo centrale è ricoperto dal latte materno che, per diverse ragioni, rappresenta un alimento miracoloso, in particolare per quattro ragioni fondamentali.
La crescita fisica, infatti lo sviluppo di un individuo è maggiore in questo arco di tempo che in tutta la vita: il latte materno, ricco tra l’altro di calcio e proteine, supporta la formazione delle ossa e il loro consolidamento.
Lo sviluppo cognitivo, tenuto conto che l’80% del cervello di un adulto si forma nei primi 3 anni, durante i quali un bambino apprende 900 parole. Il latte materno è una fonte importante di acidi grassi essenziali indispensabili per la crescita del cervello e della facoltà cognitive.
Lo sviluppo del sistema immunitario dato che nei primi due anni di vita si sviluppa l’intestino, uno dei principali organi del sistema immunitario insieme alla flora batterica. Il latte materno contiene importanti fattori tra cui le immunoglobuline e i prebiotici che aiutano l’organismo in crescita a proteggersi da batteri, virus e altri agenti causa di malattie. Basti pensare che il latte della mamma protegge il bebè perfino dal virus dell’Aids.
Lo sviluppo del sistema digerente perché nei primi anni si forma la capacità di digerire e assorbire gli alimenti. Il latte materno contiene principi attivi che promuovono lo sviluppo dell’apparato.
Per garantire sempre il latte più adatto al bambino nel corso dei primi tre anni, l’Oms raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per almeno i primi 6 mesi di vita e comunque il più a lungo possibile, secondo il desiderio di mamma e bimbo. In assenza di latte materno, la scelta del latte più indicato, sempre seguendo le indicazioni del pediatra, risulta il latte specifico per l’infanzia.
In particolare, per tutto il primo anno di vita, è da escludere dall’alimentazione il latte vaccino, che ha un contenuto di proteine triplo rispetto al latte materno ed è povero di ferro, Sempre più diffusa l’idea di di rimandare l’introduzione del latte vaccino dopo i 24 mesi.
L’introduzione precoce del latte vaccino, ammoniscono gli esperti, potrebbe portare a uno sbilanciamento nella dieta. Il latte infatti, non risponde al fabbisogno di un bambino che, paragonato a quello di un adulto, necessita di 5 volte in più di ferro, 4 volte in più di calcio e 3 volte in più di acidi grassi polinsaturi, proporzionalmente al peso.
Studi recenti dimostrano che molti bambini nella maggior parte dei paesi europei sono esposti a un regime nutrizionale squilibrato. Recentemente anche l’Efsa, l’Autority europea per la sicurezza alimentare, si è espressa indicando il latte di crescita come uno dei possibili interventi nutrizionali dopo l’anno, in grado di riequilibrare carenze ed eccessi potenziali di alcuni nutrienti.
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