Secondo i ricercatori dell’Università di Trieste e dell’Istituto di Ricovero e Cura Burlo Garofolo sempre di Trieste, in uno studio presentato al meeting dell’European Society of Human Genetics svolto a Milano, sono stati identificati nuovi geni e meccanismi coinvolti nella percezione del gusto e delle preferenze alimentari.
Cosa significa, tradotto in parole semplici? Che se ci piacciono il caffè, la pancetta, il formaggio, i gelati, il cioccolato fondente, l’olio sul pane o lo yogurt, questo dipende prima di tutto da un gene che decide per noi se quell’alimento è di nostro gusto o no.
Lo studio cerca di chiarire quali geni specifici sono in grado di determinare le differenze individuali nella percezione del gusto e quindi le preferenze nei cibi, con implicazione nei disturbi dell’alimentazione come sovrappeso, obesità e diabete.
Lo studio ha coinvolto 2.311 italiani e 1.755 persone di altri Paesi europei e asiatici, dando come risultato la scoperta di 17 geni legati alla predilezione per alcuni alimenti. Con massima sorpresa si è scoperto che nessuno dei geni individuati appartiene alla categoria dei recettori del gusto o dell’olfatto.
I ricercatori sottolineano che questi studi sono solo all’inizio, ma si rivelano molto promettenti anche nell’individuazione della tendenza al consumo dell’alcol, del sale e nella comprensione dell’iterazione fra ambiente, stili di vita e genoma nel determinare i risultati di salute.
Questo filone di studi porterà sicuramente all’individuazione di diete genetiche molto specifiche e tarate sulle caratteristiche fisiche e genetiche del paziente. Il futuro è adesso!